Giornata di formazione del Bosso in Riserva

Nella giornata del 9 marzo scorso si è svolta presso la Riserva Naturale Guidata Sorgenti del Pescara di Popoli una mattinata di formazione esperenziale ad opera degli esperti della cooperativa Il Bosso. Tale giornata ha visto la partecipazione degli operatori che lavoreranno nel campo dell’educazione ambientale.

La cooperativa Il Bosso, dopo aver partecipato a gara ad evidenza pubblica, si è aggiudicata il servizio di gestione della manutenzione e dell’educazione ambientale in Riserva per i prossimi tre anni.

Ha partecipato attivamente al momento di formazione la direttrice della Riserva, la Dott.ssa Piera Lisa Di Felice, che ha dichiarato: “Siamo soddisfatti di questa iniziativa del Bosso che si focalizza sulle emergenze naturalistiche e paesaggistiche dell’area protetta. Formare sul campo gli esperti di educazione ambientale è fondamentale per migliorare le attività con le numerose scolaresche che ogni anno vengono a visitare le Sorgenti del Pescara e le meraviglie dei nostri paesaggi naturalistici.”

La giornata è iniziata nei pressi dello stagno didattico della Riserva, con una prima panoramica della Direttrice sull’area protetta delle Sorgenti del Pescara e sul suo stretto legame con la città di Popoli.

La Riserva è una delle più antiche aree protette d’Abruzzo: istituita nel 1986, è seconda solo allo storico Parco Nazionale d’Abruzzo (oggi d’Abruzzo, Lazio e Molise), la cui istituzione ufficiale risale al 1923. All’interno della Riserva nasce il fiume Pescara con 7.000 litri di acqua al secondo, ma complessivamente a Popoli – non a caso denominata “città delle acque” – sgorgano ogni secondo ben 12.000 litri di acqua, con le sorgenti dei fiumi Giardino e San Callisto. L’origine di tutta quest’acqua è da ricercarsi nella diversità, in particolare quella geologica, che caratterizza il territorio della Riserva e della città: a Popoli si incontrano le ultime propaggini della catena montuosa del Gran Sasso, estremamente calcarea e dunque porosa, e le prime del massiccio della Maiella – con il monte Morrone che sovrasta la cittadina – che invece è una montagna argillosa; è proprio questo incontro tra terreni permeabili e impermeabili che porta l’acqua presente in quantità nel sottosuolo a sgorgare copiosa.

Ma nella Riserva Sorgenti del Pescara la diversità è declinata in varie forme: diversità di ambienti e di habitat, tra le sorgenti vere e proprie, dominate dall’elemento acqua, e il colle di Capo Pescara, brullo e calcareo, che ospita specie di piante e animali tipiche della macchia mediterranea, completamente diverse rispetto a quelle delle sorgenti; diversità biologica, o biodiversità, strettamente dipendente dalla diversità degli habitat e di cui la Riserva è vero e proprio scrigno; diversità genetica, alla base della vita, esemplificata dalla presenza nell’area delle sorgenti della trota e del gambero di fiume autoctoni. Un luogo come questo ci insegna dunque che la diversità è un grandissimo valore.

Popoli è anche la città natale del grande ingegner Corradino D’Ascanio, progettista della Vespa, ma soprattutto del primo prototipo funzionante di elicottero. Popoli è infatti sì città dell’acqua, ma anche città del vento, grazie alla sua posizione all’uscita delle gole di Tremonti; il giovane D’Ascanio, nato e cresciuto qui, fu sicuramente influenzato da questo elemento così forte e costante, tanto da spingerlo all’età di soli 14 anni a tentare di spiccare il volo dalle colline di Popoli con un paio di ali rudimentali da lui costruite. Anche la natura di Popoli è sempre stata fonte d’ispirazione per D’Ascanio: osservando il volo degli odonati e degli ortotteri (le libellule, numerosissime nei pressi delle acque delle sorgenti) per carpire i meccanismi del volo, D’Ascanio inaugurava la disciplina della biomimesi, che tratta lo studio della natura per poi basarsi su di essa per sviluppare nuovi progetti ed invenzioni. Non a caso il motto della Riserva Sorgenti del Pescara è “natura e cultura“.

La giornata di formazione è proseguita nell’area delle sorgenti, dove la Direttrice ha evidenziato il ruolo delle numerose polle subalvee che da sottoterra vanno ad alimentare le sorgenti, facendo sì che in alcuni punti lo specchio d’acqua arrivi anche a 5 metri di profondità, dove – caso unico in Abruzzo – si è adattato a vivere il gambero di fiume autoctono, che in genere vive in acque basse, sulle sponde dei fiumi. L’acqua che sgorga dalle polle è limpida e cristallina, tanto che si può bere alla sorgente. L’ambiente oligotrofico (ovvero con scarsa presenza di nutrienti) delle sorgenti fa sì che gli esemplari di trota autoctona qui presenti siano grandi, perché adattati all’ambiente quasi lacustre, ma molto magri. L’ambiente delle sorgenti è infatti talmente pulito da non fornire cibo sufficiente a nutrire la fauna ittica.

È stata poi evidenziata l’importanza del canneto (con la cannuccia di palude, pianta molto flessibile a differenza della canna comune) come habitat di numerose specie animali e in particolare dell’avifauna: oltre 110 specie di uccelli sono stanziali o di passo nella zona delle sorgenti, tra cui la folaga, una delle specie più comuni e simbolo della Riserva, e l’airone cinerino, che qui – primo sito documentato in Abruzzo – è diventato stanziale, circa una decina di anni fa. Altro elemento caratteristico della flora delle sorgenti è la presenza dei salici e dei pioppi, piante idrofile (ovvero amanti dell’umidità) sempre presenti nei pressi dei corsi d’acqua. Il pioppo sembra inoltre essere intimamente legato al nome della città di Popoli, ricca di acqua e di conseguenza anche di pioppi: secondo alcuni “Popoli” deriverebbe dal latino “populus” – che mentre al maschile significa “popolo”, al femminile vuol dire appunto “pioppo”. Ma anche un altro elemento caratteristico della flora della Riserva, e in particolare dell’arido colle di Capo Pescara che sovrasta l’area delle sorgenti, potrebbe essere all’origine di un importante toponimo: stiamo parlando del pino, simbolo della mediterraneità, che secondo alcuni sarebbe all’origine del nome “Pescara” – dal greco dorico “pescos“, che indica appunto il pino d’aleppo. Si pensa infatti che dove ora sorge la città di Pescara, a ridosso del mare, fosse un tempo presente un’immensa pineta di 4000 ettari, che connotava l’intera costa centro-adriatica e a testimonianza della quale oggi rimangono solo i toponimi: Pescara appunto, ma anche Montesilvano, Silvi, ecc.. Il pino d’aleppo, grazie alla brezza di mare che si incanala ogni giorno nelle gole di Tremonti, ha risalito il corso del fiume Pescara fino ad arrivare a Popoli e alle sorgenti, dove si è spontaneizzato e oggi popola il colle di Capo Pescara insieme ad altre piante tipiche della macchia mediterranea, come i cisti, le ginestre e le querce. Anche a livello di ornitofauna, con la presenza dei rapaci, è evidente la differenza tra il colle e l’ambiente delle sorgenti, a testimoniare ancora una volta la diversità di ambienti e di specie della Riserva, la vera grande ricchezza di questa storica area protetta.

Il gruppo del Bosso si è infine avviato a concludere la mattinata di formazione esperenziale percorrendo il Sentiero natura a circuito (Sentiero Canapine – Sentiero Colle Pescara), che s’imbocca oltrepassando le sorgenti e il piccolo belvedere, da cui è possibile osservare dall’alto il variopinto specchio d’acqua delle sorgenti.

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