La chiesa e il convento di San Francesco

Il convento di San Francesco è sicuramente documentato in Popoli sin dal 1293 e la sua chiesa si affaccia sulla piazza del mercato. In essa pochissimo rimane dell’aspetto originario, una superstite monofora della parete rivolta a sud, si affaccia su un piccolo spazio verde privato, mentre a qualche considerazione si presta l’osservazione del suo impianto planimetrico, una navata unica fiancheggiata da cappelle che terminano con un transetto dai bracci poco profondi con un’abside squadrata.

Anche del convento resta ben poco della fase costruttiva originaria: esso sorgeva almeno in parte su un poggio fronteggiante, al di là della piazza, il primitivo nucleo del paese. Conte di Popoli dal 1479, nell’anno successivo Restaino Cantelmo promuoveva la costruzione della torre (oggi campanario ma un tempo soltanto di avvistamento e di difesa) dello stesso convento: il suo stemma e la data di epigrafe sul basamento stanno ad attestarlo. Allo stesso momento andrebbe perciò riferita anche la facciata della chiesa almeno per la parte basamentale essendo quella superiore, sovrastata dalla statua di S. Giorgio a cavallo, un rifacimento seguito al violento terremoto del 1688. Costruita da maestranze lombarde a partire dal 1494, la facciata della chiesa popolese presenta, tra le due statue di San Francesco e Sant’Antonio appoggiate sul mensole, un portale esemplato su modelli di derivazione aquilana.

A modi stilistici e decorativi del tardo-quattrocento lombardo è invece ispirata l’apertura circolare sovrastante il portale: qui il rosone appare liberamente interpretato come una fantasiosa composizione in cui i motivi decorativi rinascimentali (come la cornice, formata da ovuli, fusaruole e una sima scolpita a fogliami o i raggi della ruota) racchiudono lo stemma centrale delle famiglie Cantelmo e Carafa (alla quale apparteneva la seconda moglie di Restaino). Le altre statue della facciata raffigurano: S. Michele Arcangelo e San Giuseppe rispettivamente sulla voluta sinistra e quella a destra, San Cristoforo e San Marco, ai lati del finestrone al di sopra del rosone, San Giovanni Battista, San Giorgio e San Girolamo sulla cornice terminale.

A un momento successivo al 1527, anno del matrimonio di Giovan Giuseppe Bonaventura Cantelmo con Porzia Colonna, risale infine la sistemazione dei due leoni su alti piedistalli posti al culmine della scalinata di accesso della chiesa: benché consunti, i due animali recano tra le zampe scudi con l’insegna della rosta, usata dal conte Restaino, e lo stemma dei Colonna.

Nella cappella del confessionale, al di sotto di un arco in pietra rinascimentale vi è un gruppo di tre sculture lignee raffiguranti il Cristo Crocifisso tra la Madonna e San Giovanni Evangelista, opera di un ignoto scultore della seconda metà del Quattrocento. Nel braccio del transetto a destra dell’altare maggiore, sulla parete perimetrale della chiesa, un bel affresco quattrocentesco, da attribuire forse a Paolo da Montereale, presenta la Madonna della Pietà assistita da San Giovanni e dalla Maddalena. L’affresco è all’interno di un dossale marmoreo che è datato 1732. È invece più tardo come dimostra lo stemma del papa francescano Clemente XIV, il monumentale portale-balcone posto tra la chiesa e la torre all’ingresso del corridoio che attraversava l’intero convento. E infine, affacciato sullo stesso chiostro, è l’Oratorio della Pietà ammodernato “in elegantiorem hanc formam” nel 1760.

Fonte: Popoli città d’arte e natura della Carsa Edizioni

Autori: Federico Palmerini, Andrea De Melis

Progetto: alternanza scuola-lavoro con l’istituto “Amedeo di Savoia” di Popoli

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