La fauna della Riserva

La ricca fauna della Riserva naturale Sorgenti del Pescara

L’aspetto faunistico più interessante presso la Riserva naturale guidata Sorgenti del Pescara è rappresentato da un rilevante numero di specie ornitiche. Circa 110 specie, stanziali e di passo, sono state censite nella Riserva.

La Folaga, presente con una nutrita colonia, è stata scelta, come simbolo della Riserva: il piumaggio nero ed il becco e la placca frontale bianchi ne consentono facilmente l’identificazione. Anche il Germano Reale, il Tuffetto, la Gallinella d’acqua sono facilmente osservabili nell’area protetta. Nel canneto talvolta caccia il Falco di Palude, mentre nelle acque più basse trovano il cibo la Garzetta ed il Tarabusino. L’Airone cinerino, nelle sue migrazioni, da sempre è transitato nella Riserva: nel 2010 per la prima volta si è fermato nidificando nel canneto. La garzaia, questo il nome tecnico delle colonie di ardeidi come l’Airone cenerino, è la prima in Abruzzo per questa specie che diversi anni fa aveva cercato di nidificare senza successo nel Lago di Penne. Si tratta, quindi, di una novità assoluta per la regione.

Nel bosco igrofilo trovano rifugio l’Usignolo di fiume, il Pendolino, il Rigogolo, il Picchio verde, il Picchio rosso, il Codirosso e l’Usignuolo, la Cincia, la Cinciarella, la Cincia bigia.

Nelle aree brulle del Colle di Capo Pescara si trovano numerosi rapaci: tra questi citiamo il Gheppio, lo Sparviero, il Falco Pellegrino. Sempre in quest’ambito si rinvengono l’Averla Piccola, lo Zigolo nero, il Codirossone, l’Upupa, il Succiacapre. Tra i coltivi, talvolta, durante l’inverno, volteggia l’Albanella.

Meno rappresentativo per quanto riguarda le specie presenti ma comunque ricco è l’elenco dei mammiferi presenti.

Tra i roditori è stata rilevata la presenza del Ghiro, dello Scoiattolo, del Quercino e del Moscardino. Per quanto attiene i muridi sono stata rinvenute tracce del Topo selvatico, del Topolino delle case, del Ratto nero e del Surmolotto. Le Arvicole sono presenti con quella terrestre, quella del Savi e quella rossastra.

Nei boschi caldi e riparati si rinviene il Tasso, mentre più ubiquitari sono la Puzzola e la Faina. I boschi termofili ospitano anche l’Istrice. Tra i canidi citiamo la presenza della Volpe, mentre il Cinghiale attraversa occasionalmente l’area della Riserva. In pieno giorno si può osservare l’ubiquitaria Donnola, mentre, spesso, si possono osservare le tracce della Puzzola. Purtroppo tra i mustelidi non si rinviene più la lontra che un tempo era assidua abitante dello specchio lacustre e dei corsi d’acqua limitrofi.

Anche gli anfibi ed i rettili sono rappresentati nella Riserva da diverse specie.

Nelle zone di transizione tra l’ambiente umido e la macchia termofila del Colle Capo Pescara si rinviene, tra gli urodeli, la Salamandra appenninica, con il corpo pezzato giallo e nero. Le pozze di acqua stagnante e le acque debolmente fluenti si caratterizzano per la presenza del Tritone italiano e del Tritone crestato. Gli anuri sono rappresentati dalla Raganella che si avvinghia agilmente sulle cannucce di palude, mentre più raramente si rinviene l’Ululone a ventre giallo. Molto diffuso è il Rospo Comune. Tra le rane si rinvengono la Rana agile (Rana dalmatina) legata ai prati umidi, mentre la Rana verde minore (Rana esculenta) frequenta le zone paludose più orientali dell’area umida.

Negli ambienti della Riserva i rettili sono rappresentati da una buona varietà di specie, sia sauri che serpenti. Nelle zone aride del Colle Capo Pescara si rinviene la Lucertola muraiola (Podarcis muralis), mentre in tutti i prati è comune la Lucertola campestre (Podarcis sicula); il Ramarro (Lacerta viridis) vive nella collina più assolata.

Le specie di serpenti sono diverse e colonizzano diversi ambienti: in quello acquatico si rinviene la Biscia tessellata (Natrix tessellata), mentre nello xerobrometo vivono il Saettone (Elaphe longissima), il Biacco (Coluber viridiflavus) e la Vipera (Vipera aspis). Accertata è anche la presenza del Cervone (Elaphe quatorlineata).

Nelle acque fresche ed ossigenate della sorgente e nel primo tratto di fiume c’è un prezioso scrigno di specie di notevole interesse.

Tra i salmonidi la Trota fario conserva ancora le sue caratteristiche di autoctonia (Salmo macrostigma). Di grande interesse scientifico è la presenza dello Spinarello (Gasterosteus aculeatus), in notevole diminuzione in moltissimi fiumi italiani, e della Rovella (Rutilus rubilio) quasi sicuramente autoctona. Nei canali e formali ai lati dell’invaso, è presente la Lampreda di ruscello (Lampetra planeri), ciclostoma divenuto rarissimo in Italia, scomparso in molti corsi d’acqua: è questo un caso di rarissimo interesse zoo-geografico, vivendo, nell’intero arco adriatico solo nei pressi delle Sorgenti del Pescara.

Tra i crostacei bisogna certamente segnalare la presenza del Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes italicus). Molto diffuso in tutti i corsi d’acqua della zona fino alla seconda metà degli anni ’70 ha rischiato l’estinzione a causa di una grave patologia causata da un fungo saprolegnale, l’Aphanomyces astaci.

Inoltre nel 2010, dal gruppo della Prof.ssa Diana Galassi dell’Università dell’Aquila, nelle acque delle Sorgenti del Pescara è stata rinvenuto il Niphargus, una specie nuova per la scienza. Si tratta di un organismo di piccole dimensioni, cieco e depigmentato, che vive nei ridotti spazi vitali tra i granuli di sabbia dei sedimenti sorgivi o in prossimità delle grandi scaturigini carsiche. Non meno importante, questa specie ed altri organismi dello stesso genere si comportano come “marcatori idrogeologici”, e hanno consentito di definire anche dal punto di vista biologico la diversa origine delle acque sotterranee che affiorano nelle sorgenti del fiume Pescara.

Le acque di Santa Liberata e di altre piccole polle sorgive adiacenti originano dall’acquifero del Gran Sasso, come dimostra anche il monitoraggio chimico e isotopico condotto sulle acque, e ospitano una biodiversità molto diversa da quella delle sorgenti di Capo Pescara, che invece sono alimentate dalla dorsale del M. Sirente. La scoperta di queste specie conferisce un “valore aggiunto” a questo ecosistema sorgivo di rilevanza internazionale, e ne mette in luce anche l’estrema vulnerabilità: questa specie ed altri organismi appartenenti allo stesso genere sono, infatti, particolarmente sensibili alle diminuzioni di portata come pure all’intasamento degli spazi interstiziali, prodotti dall’attività antropica sul territorio. Dunque la Riserva naturale regionale Sorgenti del Pescara rappresenta un importante e prezioso momento di conoscenza della biodiversità e di incontro con la natura.

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