Azienda agricola Valle Reale

“Siamo convinti che lasciare la parola all’ambiente sia il modo migliore per valorizzarlo e preservarlo”.

Con questa convinzione, nel 1998, la Famiglia Pizzolo ha deciso di recuperare un vecchio vigneto di Montepulciano d’Abruzzo rinvenuto all’interno della proprietà, acquisita anni prima, che si trovava nella vallata circondata dalle montagne, poco lontana dal paese di Popoli, dando vita al progetto agricolo e agronomico di Valle Reale.

Questa è Valle Reale. Un sogno che è diventato un progetto agronomico tra le montagne di Popoli nel 1999. Da allora, l’uomo ha lavorato per stringere un’alleanza con la natura selvaggia del luogo, tra questi vigneti.

Valle Reale è un’azienda agricola fatta di vigne e orto, nella quale l’agricoltura di montagna è pratica quotidiana, rispettosa del delicato equilibrio naturale che la circonda e delle tradizioni di questo lembo d’Abruzzo. L’azienda si trova nella contrada San Calisto di Popoli, fra le provincie di Pescara e L’Aquila, nel punto in cui i tre parchi si incontrano: il Parco Nazionale del Gran Sasso e i Monti della Laga a nord, il Parco Nazionale della Majella a sud e il Parco Regionale Naturale del Sirente-Velino a nord ovest.

I vigneti crescono su di un altopiano a 350 m. s.l.m., rivolti verso sud est a raccogliere i raggi del sole che sorgono dalla Majella e dalle Montagne del Morrone, e completamente avvolti dall’abbraccio dei monti disposti ad anfiteatro intorno a loro. Due sono i comuni adiacenti che li accolgono, Popoli (PE), posizionato all’inizio della Valle Peligna, e Capestrano (AQ), affacciato sulla Piana di Ofena.

I 46 ettari totali sono certificati biologici per oltre metà della superficie, la rimanente parte è in conversione biologica. I vigneti sono suddivisi in parcelle, veri e propri cru, identificate da nomi legati alla storia di questi luoghi che grazie alle loro peculiarità pedoclimatiche disegnano i profili inconfondibili dei vini di Valle Reale.

Il microclima qui ha caratteri montani ed è connotato da un elemento in grado di incidere in maniera determinante sulla coltivazione delle uve: l’escursione termica. Durante la notte, sia d’estate che d’inverno, le temperature si abbassano per le correnti d’aria che scendono dal Gran Sasso, mentre durante il giorno l’esposizione a sud est dei vigneti assicura un costante riscaldamento dell’aria. Grazie a queste decise variazioni di temperatura le uve, nella loro fase di maturazione, conservano intatti profumi e freschezza.

I suoli delle vigne collocate in entrambi i comuni sono molto simili, magri e ciottolosi con sassi di medie e piccole dimensioni. Ben diverse sono invece le caratteristiche microclimatiche delle due vallate. Infatti i filari di Popoli sono costantemente soggetti a correnti d’aria fredda che assicurano aerazione e scarsa umidità durante la fase di maturazione delle uve. Questa è estremamente lenta e arriva al massimo grado di perfezione solo verso l’inizio di Novembre. I vigneti di Capestrano invece si affacciano sulla Piana di Ofena, nota come “il forno d’Abruzzo”; una zona nella quale durante le giornate estive si raggiungono temperature ben più elevate rispetto ai comuni limitrofi. Vi è quindi un anticipo delle diverse fasi vegetative delle piante e di conseguenza una maturazione anticipata, rispetto al vigneto di Popoli, di due o tre settimane a seconda dell’annata. Anche i contesti ambientali in cui sono inserite le vigne sono differenti, ai boschi di querce e pini dell’altopiano di Popoli si contrappone a Capestrano la prevalente presenza di piante acquatiche che, insieme a una grande varietà di erbe spontanee, proliferano intorno alle sorgenti del fiume Tirino, una delle quali è adiacente i vigneti.

VIGNETO DI POPOLI

Questa vigna testimonia come l’altopiano di Valle Reale sia un “luogo del vino” da tempo immemore. Una parte dei suoi filari si stende di fronte ai ruderi di una costruzione del XIII sec. che domina il vigneto e che da secoli si staglia vittoriosa nonostante i numerosi terremoti. È priva di fondamenta e sembra che proprio questo la renda antisismica. Alcuni pensano che siano i resti della facciata di una chiesa, per via del nome San Calisto, ma questo edificio appoggiato alla montagna fu usato dai monaci benedettini del Convento di San Benedetto in Perillis, minuscolo paesino aggrappato ai monti alle spalle di Valle Reale, come cantina per la vinificazione a caduta. I suoi tre livelli, con accesso da un sentiero sul fianco del monte per lo scarico uve, permettevano di fare la pigiatura nel piano più alto recuperando i mostri al secondo piano, per poi svinare sfruttando la forza di gravità. Al suo interno nasconde una galleria di 20 metri scavata nella roccia della montagna, che serviva probabilmente come cantina per la conservazione del vino.

Il vigneto comprende una parcella di 1 ettaro dedicata al Trebbiano d’Abruzzo, mentre più a sud si estende un vigneto più grande riservato al Montepulciano d’Abruzzo. Il Montepulciano del Vigneto di Popoli è il figlio del vigneto più antico della proprietà. Tutte le file sono esposte a sud-est verso la Majella e i Monti del Morrone e beneficiano della presenza di una fitta foresta di querce che le delimita a ovest. Il terreno, come per l’intero altopiano vicino a Popoli, si trova a 350 metri sul livello del mare. Il bosco che circonda il vigneto è ricco di specie vegetali, alberi ad alto fusto, arbusti e fiori, che proliferano grazie alla salubrità dell’aria e alla purezza delle acque della sorgente del fiume Pescara che scorre sotto il suolo del vigneto. L’integrità di questo ambiente favorisce lo sviluppo di ceppi di lievito autoctoni che danno al Trebbiano ottenuto da queste uve connotazioni quasi “estreme”, un “trebbiano del freddo” come è stato definito alla prima annata. Passeggiando tra questi vigneti non sono rari gli incontri con la fauna selvatica che popola queste montagne, dai cervi ai tassi, alle volpi, fino agli avvistamenti eccezionali di alcuni esemplari di lupi.

VIGNETO SAN CALISTO

È il padre di tutti i vigneti di Montepulciano d’Abruzzo di Valle Reale. Da questa antica vigna di 8 ettari, piantata nel 1960 secondo il sistema di allevamento tradizionale di queste terre, la pergola abruzzese, e poi abbandonata dai precedenti proprietari, è nato l’intero progetto agronomico oggi esistente. Dalle sue viti sono state prelevate, dopo un attento lavoro di selezione delle piante, le gemme di Montepulciano successivamente innestate ed impiegate per i nuovi impianti, che costituiscono oggi il vigneto di Popoli.

San Calisto è un vigneto con un grande valore storico, testimonianza della storia del Montepulciano d’Abruzzo, di cui numerosi documenti indicano le prime tracce in questa zona montana. La maturazione delle uve è molto lenta e la raccolta avviene non prima dell’inizio di novembre. Questo angolo di altopiano è caratterizzato da venti freddi e particolarmente forti, tali da creare un’escursione termica anche in estate. L’escursione termica si traduce in alti livelli di acidità che consentono al vino di esprimersi meglio dopo molti anni di affinamento in bottiglia.

VIGNETO SANT’EUSANIO

Un piccolo giardino di vigne abbracciato da boschi di pini, questo è Sant’Eusanio: il vigneto posizionato a 497 m. s.l.m., nella zona più alta di tutta Valle Reale.

Qui nel 2002 le piante sono state messe a dimora su un terreno magro e ciottoloso simile a quello del resto dell’altopiano. A fare la differenza rispetto agli altri vigneti di Popoli sono l’esposizione a nord e l’escursione termica tra il giorno e la notte, che raggiunge qui i valori di temperatura più bassi della valle. Questi fattori rendono estreme le condizioni microclimatiche in cui maturano i grappoli del Montepulciano d’Abruzzo Sant’Eusanio, tanto da renderlo un vino unico, espressione senza compromessi del Montepulciano di montagna.

Grazie alle sue peculiarità, questo terreno di 2 ettari dà vita anche ad un Cerasuolo d’Abruzzo, prodotto solo nelle migliori annate. In realtà sono due i cerasuoli prodotti a Sant’Eusanio: oltre al tipico cerasuolo d’Abruzzo si è deciso di produrre anche una versione “notte”, raccogliendo le uve fredde alle prime luci dell’alba e mettendole in vasca a raspo intero per qualche ora; si ottengono così due vini “gemelli”, prodotti dalle stesse uve dello stesso cru, ma diversi a causa della diversa vinificazione.

VIGNA DI CAPESTRANO

La vigna di Capestrano si trova nella Piana di Ofena, a pochi chilometri da Popoli in direzione L’Aquila, in un territorio noto per il ritrovamento di una vasta necropoli risalente al VI – V sec. a.C., il cui reperto più famoso è l’imponente statua del Guerriero di Capestrano.

Risale al 2003 l’impianto delle barbatelle su una superficie totale di 23 ettari, separati in due lotti dalla strada che conduce al borgo medioevale di Capestrano. Per questi suoli dalla notevole componente solida ma, a differenza di quelli di Popoli, con maggiore presenza di argilla, si è scelto il Montepulciano, ottenuto tramite selezioni massali dall’antico vigneto di Popoli, e il Trebbiano abruzzese. Fra i filari di Trebbiano è stata ricavata una parcella di 1 ettaro su un terreno a schiena d’asino sovrastante una delle tre sorgenti d’acqua purissima dalle quali si origina il fiume Tirino, uno dei più puliti d’Europa, il cui nome natio era Tritano, che significa appunto triplice sorgente. Avere una sorgente accanto alla vigna favorisce la crescita di piante differenti da quelle montane dei Parchi. L’ambiente ancora integro della sorgente di Capestrano ha un elevato livello di biodiversità, riscontrabile nelle moltissime specie di piante acquatiche, arbusti, fiori e vegetazione spontanea, che tramite i lieviti autoctoni caratterizza in maniera inconfondibile il profilo organolettico dei vini ottenuti da queste uve.

L’importanza di questo vigneto per la storia di Valle Reale è fondamentale, perché proprio dalle uve di questi filari è iniziata la ricerca nel campo delle vinificazioni sperimentali comparative, che ha permesso di comprendere come uve della medesima varietà, della stessa annata e vendemmiate nelle immediate vicinanze, potessero essere caratterizzare da profumi completamente differenti, dando così vita al progetto dei cru.

VIGNA DEL CONVENTO

La vigna del Convento è l’ultimo cru in ordine di tempo ritagliato all’interno della superficie dei vigneti piantati nel comune di Capestrano. È costituita di 4,5 ettari che si stendono nella parte più alta dei terreni, un tempo coltivati a vigne e orti, di pertinenza dell’antico Convento di San Francesco, edificato a partire dalla metà del XVº secolo su un colle che domina il piccolo borgo di Capestrano. Fondato da San Giovanni da Capestrano (1386 – 1456), che insieme a San Bernardino da Siena diffuse il Francescanesimo nel mondo, il convento è oggi uno scrigno che racchiude la storia di questa parte del territorio abruzzese in una biblioteca ricca di antichi manoscritti e bolle papali originali.

Nel 2003 vengono piantate le barbatelle del Montepulciano d’Abruzzo dell’antico vigneto Popoli, su un terreno magro e ricco di scheletro ma con una buona componente argillosa che consente al terreno di trattenere l’acqua alleviando lo stress idrico delle viti nei periodi più dormienti. Con la sua esposizione a sud-est e il sole così costante, il microclima così diverso da quello dell’altopiano di Popoli ha due conseguenze importanti: la vendemmia avviene in media da due a tre settimane prima a seconda dell’annata ed il Montepulciano d’Abruzzo qui prodotto si distingue per potenza e concentrazione rispetto a quello degli altri cru di Valle Reale.

L’ORTO

L’idea di un orto biodinamico nacque a Valle Reale a metà degli anni duemila, quale ideale completamento della parte viticola nell’ampio progetto agricolo e agronomico che si andava via via concretizzando. Oggi quell’idea è divenuta realtà.

Due ettari di terreno adiacenti la sede dell’azienda sono dedicati dal 2015 alla coltivazione, secondo il regime biodinamico, di cereali, ortaggi e legumi di antiche varietà locali. Valle Reale fa parte di un ristretto gruppo di “agricoltori custodi“, rete di persone e agricoltori che, in stretta collaborazione con l’Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo dell’Abruzzo, si scambiano idee e varietà locali e mettono a dimora i semi di antiche specie vegetali a rischio di estinzione al fine di tutelarle in tutto il territorio protetto. Per questo è stato creato un apposito semenzaio dove piantare le sementi che saranno poi accudite nell’orto.

Questa iniziativa sperimentale è finalizzata al recupero e alla conservazione di numerose cultivar tradizionali abruzzesi, frutto della selezione operata sia dall’uomo che dalla natura nel corso dei secoli, che si sono evolute in forme dai caratteri genetici tali da permettere alle piante di resistere e adattarsi ai cambiamenti climatici. L’approccio scelto da Valle Reale privilegia il mantenimento del suolo in uno stato normale, ovvero “selvaggio”, e promuove il rispetto profondo della terra quale organismo vivente.

Citiamo ad esempio il cece bianco di Navelli, coltivato per restituire al terreno le sostanze nutritive necessarie per i futuri vigneti e i cui semi sono stati donati da uno degli agricoltori custodi del Parco. La coltivazione dei ceci in Abruzzo risale al Medioevo, ma i documenti che attestano la produzione di ceci di Navelli risalgono al XIX secolo. Questi legumi – coltivati tra i 300 e 800 metri s.l.m su terreni poveri, ricchi di scheletro – si caratterizzano per le piccole dimensioni, tra i più piccoli al mondo, il colore crema e la superficie liscia. A Valle Reale sono coltivati con bassissime rese, senza alcun trattamento né irrigazione: una proteina di lusso per le sue proprietà benefiche, maggiori rispetto alle altre varietà di ceci.

LA STAZIONE METEO

L’azienda agricola Valle Reale ospita una stazione meteorologica a quota 400 m s.l.m., attiva dal 13 maggio 2013 per il monitoraggio meteo-ambientale e gestita dall’Associazione Meteo AQ Caput Frigoris.

Climaticamente, la cittadina di Popoli si trova allo sbocco occidentale delle famose Gole di Popoli, un tempo note come “Intramontes”, ventilate quasi a tutte le ore e con la facoltà climatica di trovarsi tra due tipi di correnti, umide marine ad est, più secche montane da occidente, tant’è che esiste un simpatico ritornello: “Tre Monti senza venti è come il diavolo senza denti”.

L’installazione della stazione meteo, comunque, si trova in località Valle Reale, a circa un paio di km verso nord-ovest su di un pianoro inclinato verso sud-est a circa 400 m di altitudine, con una magnifica visione della parte settentrionale della catena del Morrone e del Monte Roccatagliata, ultima cima a sud del Gran Sasso. Pianoro inclinato stupendamente coltivato a vigneti, appunto della tenuta Valle Reale.

E’ da tener conto che la zona in questione non è ventilatissima come il centro cittadino di Popoli, esposto maggiormente all’azione delle correnti vista la natura geografica della gola; gola che nella zona in questione viene riparata dal Monte Castiglione (592 m), mentre a nord e a nord ovest corre la Strada delle Svolte, S.S.17, dominata dal Monte Croce (971 m) ad ovest, e sorgono il paesino di San Benedetto in Perillis (850 m) e la catena della Mandra Murata, con massima elevazione da questo lato che raggiunge i 1249 m. Quindi questa semi-conca è piuttosto assolata e riparata discretamente; piuttosto boscosa , vi prolifera anche l’ulivo. Le precipitazioni raggiungono mediamente gli 800 mm, ma in qualche anno potrebbero anche sorpassare i 1000 mm, se dominano le correnti orientali.

LA GUEST HOUSE

L’attività aziendale, con attento ed arguto sguardo al crescente fenomeno dell’enoturismo, contempla anche una piccola, graziosa struttura ricettiva: la foresteria “San Calisto – Camere con vigna“, una piccola guest house circondata dai vigneti di Valle Reale e immersa nella natura boschiva dei Parchi d’Abruzzo.

 

Valle Reale evolve verso il futuro, nell’assoluto rispetto dell’ambiente incontaminato che la circonda, cosciente del ruolo di custode che le spetta.

 

Fonti e informazioni aggiuntive:

Sito web di Valle Reale

Valle Reale Azienda Vinicola, su abruzzotravelling.com

L’Abruzzo di Valle Reale, su winesommelier.it

Visita all’Azienda Valle Reale, su bwined.it

Valle Reale, una cantina tra i parchi d’Abruzzo, su Italia a Tavola

Valle Reale, l’eleganza dell’Abruzzo, su Italia a Tavola

Valle Reale, dove il vino è svelato, non costruito, su ilGolosario

Valle Reale, i vini di montagna che raccontano la magia dell’Abruzzo, su Identità Golose web

Valle Reale, quando l’imprenditoria è virtuosa, su Il TaccuVino

La Valle Reale, su The Good Life Italia

Sorprendente Abruzzo – Il patto con il tempo dei vini di montagna, su Il Giornale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *